Il 12 settembre 2025 si è tenuta, presso
l’Aula Magna di Palazzo del Bo dell’Università degli Studi di Padova, la
conferenza “Dieci anni di specializzazione intelligente regionale:
risultati e nuove sfide”, con l'obiettivo di
presentare la Strategia di Specializzazione Intelligente del Veneto tra passato
e futuro.
L’incontro ha avuto inizio con i saluti istituzionali e con l’illustrazione delle tematiche centrali da parte di autorevoli rappresentanti, a partire dalla Magnifica Rettrice dell’Università degli Studi di Padova Daniela Mapelli, dalla Magnifica Rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia Tiziana Lippiello, da Benno Albrecht, il Magnifico Rettore dell’Università IUAV di Venezia, dal prorettore vicario e Referente del Rettore dell'Università degli Studi di Verona al Trasferimento della conoscenza e rapporti con il territorio Diego Begalli, nonché dall’assessore allo sviluppo economico del Veneto Roberto Marcato.
Il messaggio trasmesso dai relatori è stato quello della convergenza verso un obiettivo comune, ossia quello di rilanciare con energia e vigore una visione comune capace di orientare il territorio con uno sviluppo sostenibile e stabile, con un occhio di riguardo ai temi dell’ inclusione, della valorizzazione del capitale umano, della transizione economica e dell’ evoluzione digitale.
DALLA CONOSCENZA ALL’INTUIZIONE: LA NUOVA TRAIETTORIA EUROPEA DELL’INNOVAZIONE REGIONALE
Il primo intervento è stato condotto da Dominique Foray, professore Emerito presso la Swiss Federal Technology Institute of Lausanne e membro dello Swiss Science Council. Foray ha sottolineato che gli ultimi anni sono stati per il Veneto un lungo periodo di prova che ha visto più volte cambiare repentinamente quell’equilibrio che è stato alla base del successo di molte imprese di questo florido territorio. Il professore ha spiegato che la Smart Specialisation Strategy è, dal 2014, lo strumento che Regioni e Paesi membri dell'Unione Europea adottano per massimizzare gli effetti degli investimenti dei fondi SIE in ricerca e innovazione, concentrando le risorse sugli ambiti di specializzazione caratteristici di ogni territorio (sviluppando le proprie nicchie di eccellenza). Il nucleo concettuale e funzionale della strategia S3 trova espressione nei punti di seguito elencati:
a) le risorse disponibili sono finite e vanno indirizzate in modo mirato per generare un impatto significativo
b) ogni territorio ha caratteristiche proprie che devono essere valorizzate per ottenere veri e propri vantaggi competitivi
c) l'innovazione nasce dalla profondità della specializzazione, bilanciata da una diversificazione integrata.
La peculiarità di tale strategia è che essa è articolata sulle basi concettuali del “Processo di scoperta imprenditoriale", un approccio di tipo bottom-up che si concretizza nel coinvolgimento di 4 attori essenziali:
- imprese
- enti di ricerca
- università
- amministrazione pubblica e società civile
La fase di avvio della strategia S3, nel periodo 2014-2020, in cui si contavano circa 40 miliardi di euro dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale, ha portato a diverse considerazioni: nonostante siano stati identificati diversi punti di efficacia, come la concentrazione di investimenti in ricerca e innovazione in alcuni settori specifici o un aumento della collaborazione progettuale tra imprese ed università, le difficoltà riscontrate dai protagonisti di questa strategia hanno condotto alla necessità di ripensare nuovamente lo strumento S3, alzandone le pretese e gli obiettivi.
Il professore chiarisce successivamente che, con il lancio delle iniziative di Partnership for Regional Innovation e Regional Innovation Valleys, si è assunta una nuova ed evoluta concezione dell’approccio europeo all’innovazione regionale, con l’obiettivo ultimo di affrontare le grandi sfide ambientali, sociali ed economiche. Nel 2022 si è riconosciuto che la strategia S3 potesse costituire un terreno fertile per orientare le attività secondo una logica mission-driven e di innovazione integrata. Il nuovo modello di riferimento, che caratterizza il periodo 2021-2027, è stato definito e strutturato su tre livelli fondamentali:
- livello strategico
- livello di governance
- livello operativo
Il punto critico, dunque, è quello di aver sottolineato di come con il passare del tempo ci si è spostati da un'economia di conoscenza ad un'economia di intuizione, basata e orientata non solo su nuove innovazioni e tecnologie, ma anche su nuove difficoltà e trasformazioni. “La trasformazione che ha subito e sta subendo la strategia S3” - chiarisce il professor Foray - “is from a policy tool to guide industrial transformation, digitalization and innovation to increase regional competitiveness to a policy tool to address global challenges, including the sustainability and social inclusion goals”.
DALLA COLLABORAZIONE ALLA FIDUCIA: LE RETI INNOVATIVE REGIONALI PER TRASFORMARE CONOSCENZA IN VALORE
Nel secondo intervento, diretto prima da Luciano Gamberini, Professore ordinario dell’Università degli Studi di Padova, e successivamente da Emanuela Lucchini, vice Presidente di Confindustria Veneto con delega all’ Innovazione, Ricerca, Reti Innovative e Digital Innovation Hub, si è chiarito come inizialmente una comunicazione stabile ed efficace tra mondo imprenditoriale e accademico poteva essere rara, difficile e frammentata. Quando si è riconosciuto che tali attori fossero reciprocamente indispensabili, in particolare a seguito del rilevante successo del primo bando Reti e Distretti, e che la loro interazione avrebbe consentito di ampliare gli orizzonti di entrambi, il concetto chiave di ‘interconnessione’ è stato posto al centro dell’attenzione. La collaborazione tra mondo accademico e sistema produttivo è ora da considerarsi come nuova leva strategica per la competitività, e questa leva può essere attuata e concretizzata attraverso lo sviluppo delle Reti Innovative Regionali. Si possono dunque identificare 3 direttrici strategiche per il futuro:
- formazione integrata, intesa come la creazione di percorsi di formazione che affiancano non solo la formazione tecnica, ma che si avvicinano alle sfide delle strategie intelligenti. Una delle criticità riscontrate, infatti, è quella che le tecnologie
- innovazione diffusa, promuovendo una collaborazione tra tutti gli elementi del territorio
- sostenibilità come leva, intendendo l’utilizzo della sostenibilità e della transizione economica non come un obbligo da seguire, ma come un'opportunità
L’intervento dei relatori si è concluso con una visione condivisa: le reti innovative regionali sono la prova concreta che il dialogo tra ricerca e produzione può generare fiducia, progettualità comune e risultati capaci di competere a livello globale. Si è andati a creare un metodo in cui la condivisione dei saperi, delle risorse e delle visioni permette di trasformare la conoscenza in valore economico e sociale. Questo è il futuro del Veneto.
LA STRATEGIA S3 DEL VENETO: UN MODELLO DINAMICO E RESPONSABILE PER GUIDARE L’INNOVAZIONE E LA TRANSIZIONE
L’ultima parte della mattinata ha accolto Santo Romano, Direttore Area Politiche economiche, Capitale umano e programmazione comunitaria, e Alessandro Minello, Economista e professore aggiunto di Economia presso Università, i quali hanno presentato il volume “Il nuovo modello di sviluppo innovativo del Veneto. La Strategia di
Specializzazione Intelligente”. Come scritto nella pagina di apertura del volume: “la S3 del Veneto nasce nella complessità e coglie in essa l'elemento strutturale con cui connettere la programmazione regionale con la realtà economica in profonda trasformazione [...]. La S3 del Veneto è stata progettata per essere strutturalmente modificabile, scalabile, adattabile nel tempo, nei contenuti, negli intrecci della matrice che la contraddistingue". La S3 si distingue per essere una strategia dinamica e articolata che interagisce con il proprio ecosistemi su diversi livelli:
- favorendo la co-progettazione e la partecipazione attiva degli attori territoriali attraverso un dialogo continuo
- promuovendo l’innovazione attraverso la contaminazione tra settori diversi e competenze trasversali
- implementando un approccio data-driven basato sul costante monitoraggio e valutazione delle proprie performance
- comunicando al territorio al fine di rimanere efficace e rilevante nel tempo
- guardando alle esperienze del contesto europeo o alle opportunità offerte dalla interconnessione con esso
La Strategia S3 del Veneto definisce la propria visione secondo una prospettiva plurale e articolata. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono considerati strumenti fondamentali per affrontare le sfide globali, tradotte in obiettivi concreti a livello regionale. L’obiettivo è quello di arrivare a un modello di innovazione responsabile e radicato nel territorio. Questo origina due componenti fondamentali:
- trasversalità, non solo a livello di singoli progetti, ma anche di ecosistema (attraverso un partenariato ampio) e connettività tra le diverse politiche regionali
- forte coordinamento, ossia un’azione intensa di governance e di integrazione degli strumenti come il coinvolgimento di 13 Direzioni regionali, 30 azioni di programmazione attivate, più di 70 bandi messi a disposizione e 730 milioni di euro di risorse a supporto dell’attuazione della Strategia.
Nonostante la strategia S3 consente di affrontare attraverso un approccio sistemico le criticità della transizione economica e energetica, affinché tale prospetto possa risultare sostenibile nel lungo periodo, risulta necessario il ruolo della governance intersettoriale e territoriale nei processi decisionali, orientato ad una logica che impone coerenza tra sviluppo economico e tutela delle risorse ambientali. La fase 2021-2027 si configura come una finestra operativa utile e determinante per il consolidamento dell'efficacia della strategia S3.